SOSPENSIONE
Link Studio Arte, Bologna, Italy, 2024
Possiamo dire che sicuramente il millennio che si è aperto anni fa, sia ancora maggiormente costruito su incertezze del Novecento che ha visto due guerre mondiali, cambiamenti radicali sociali e politici, innovazioni tecnologiche che hanno trasformato la quotidianità di miliardi di individui.
La stessa arte contemporanea non ha preso una direzione precisa verso obbiettivi chiari; assistiamo ad un falso movimento che si appoggia ai linguaggi tecnologici o alle emergenze sociali e umanitarie in cerca di riferimenti. Perché il sistema dell’arte non ne ha. Anzi, possiamo dire, con una certa inquietudine, che l’unico parametro che conta è quello del prezzo/valore che ha di fatto sostituito ogni paradigma culturale. Forse è troppo poco.
Una mostra che s’intitola “Sospensione” nasce, oltre che dalla lucida poetica dell’artista italo-brasiliana Fabian Albertini, come riflesso di una condizione del fare arte sempre più difficile e complessa. L’esigenza di sperimentare è evidente anche in un lavoro che si muove tra scelte linguistiche differenti, dalla pittura alla fotografia, dall’installazione alla grafica. E questo perché l’artista procede seguendo una propria visione interiore che si rapporta alla realtà in modo dialettico, profondo.
Le opere in esposizione come Black Sea (2020) o Up to Cosmos #1 e #2 (2021) colgono dei momenti di stasi cosmica, degli attimi che fanno parte concettualmente della storia della fotografia e che aprono all’enigma e alla rivelazione. Quello che è importante è che si avverte un’energia nascosta, l’idea non solo di quando stabilire l’istante della rappresentazione e quindi dell’appropriazione linguistica del reale, ma anche di evidenziare la sospensione come un equilibrio di forze.
Qualcosa che possa essere colto e modificato in modo subitaneo, ma che nonostante tutto contiene una sua eterna quanto effimera verità.
Fabian Albertini focalizza i suoi lavori non a caso in spazi illimitati, come il deserto o il cielo, i vulcani o la foresta amazzonica che fa “abitare” da presenze formalmente indefinite che vivono in sospensione nella struttura visuale. La fisicità evoca la spiritualità della percezione, il ridefinire continuamente la nostra posizione nei confronti del mondo in rapporto ai cambiamenti, anche minimi, oppure alle emozioni che in noi suscitano. La sospensione è anche partecipazione all’atto costitutivo del vedere. Fabian Albertini mette in primo piano il rapporto tra l’umanità e l’ambiente, senza mai abbandonarsi al didascalico, strutturando percorsi di senso e di scoperta. L’artista italo-brasiliana interpreta la contemporaneità come luogo di raccolta e memoria delle esperienze e dei linguaggi espressivi, per raccontare al pubblico che nell’arte contemporanea tutte le tecniche posso essere fatte convergere dalla creatività in un diverso avvicinamento alla conoscenza del mondo.
Valerio Dehò